PROGRAMMA: Aprile 2023
LETTERA APOSTOLICA “DESIDERIO DESIDERAVI” DEL
SANTO PADRE FRANCESCO
AI VESCOVI, AI PRESBITERI E AI DIACONI, ALLE PERSONE CONSACRATE E AI FEDELI LAICI SULLA FORMAZIONE LITURGICA DEL POPOLO DI DIO – VATICANO, 29 GIUGNO 2022
(Quinta Parte)
Lo stupore per il mistero pasquale: parte essenziale dell’atto liturgico
24. Se venisse a mancare lo stupore per il mistero pasquale che si rende presente nella concretezza dei segni sacramentali, potremmo davvero rischiare di essere impermeabili all’oceano di grazia che inonda ogni celebrazione. Non sono sufficienti i pur lodevoli sforzi a favore di una migliore qualità della celebrazione e nemmeno un richiamo all’interiorità: anche quest’ultima corre il rischio di ridursi ad una vuota soggettività se non accoglie la rivelazione del mistero cristiano. L’incontro con Dio non è frutto di una individuale ricerca interiore di Lui ma è un evento donato: possiamo incontrare Dio per il fatto nuovo dell’incarnazione che nell’ultima Cena arriva fino all’estremo di desiderare di essere mangiato da noi. Come ci può accadere la sventura di sottrarci al fascino della bellezza di questo dono?
25. Dicendo stupore per il mistero pasquale non intendo in nessun modo ciò che a volte mi pare si voglia esprimere con la fumosa espressione “senso del mistero”: a volte tra i presunti capi di imputazione contro la riforma liturgica vi è anche quello di averlo – si dice – eliminato dalla celebrazione. Lo stupore di cui parlo non è una sorta di smarrimento di fronte ad una realtà oscura o ad un rito enigmatico, ma è, al contrario, la meraviglia per il fatto che il piano salvifico di Dio ci è stato rivelato nella Pasqua di Gesù (cfr. Ef 1,3-14) la cui efficacia continua a raggiungerci nella celebrazione dei “misteri”, ovvero dei sacramenti. Resta pur vero che la pienezza della rivelazione ha, rispetto alla nostra finitezza umana, una eccedenza che ci trascende e che avrà il suo compimento alla fine dei tempi quando il Signore tornerà. Se lo stupore è vero non vi è alcun rischio che non si percepisca, pur nella vicinanza che l’incarnazione ha voluto, l’alterità della presenza di Dio. Se la riforma avesse eliminato quel “senso del mistero” più che un capo di accusa sarebbe una nota di merito. La bellezza, come la verità, genera sempre stupore e quando sono riferite al mistero di Dio, porta all’adorazione.
26. Lo stupore è parte essenziale dell’atto liturgico perché è l’atteggiamento di chi sa di trovarsi di fronte alla peculiarità dei gesti simbolici; è la meraviglia di chi sperimenta la forza del simbolo, che non consiste nel rimandare ad un concetto astratto ma nel contenere ed esprimere nella sua concretezza ciò che significa.
La necessità di una seria e vitale formazione liturgica
27. La questione fondamentale è, dunque, questa: come recuperare la capacità di vivere in pienezza l’azione liturgica? La riforma del Concilio ha questo come obiettivo. La sfida è molto impegnativa perché l’uomo moderno – non in tutte le culture allo stesso modo – ha perso la capacità di confrontarsi con l’agire simbolico che è tratto essenziale dell’atto liturgico.
28. La post-modernità – nella quale l’uomo si sente ancor più smarrito, senza riferimenti di nessun tipo, privo di valori perché divenuti indifferenti, orfano di tutto, in una frammentazione nella quale sembra impossibile un orizzonte di senso – è ancora gravata dalla pesante eredità che l’epoca precedente ci ha lasciato, fatta di individualismo e soggettivismo (che ancora una volta richiamano pelagianesimo e gnosticismo) come pure di uno spiritualismo astratto che contraddice la natura stessa dell’uomo, spirito incarnato e, quindi, in se stesso capace di azione e di comprensione simbolica.
29. È con la realtà della modernità che la Chiesa riunita in Concilio ha voluto confrontarsi, riaffermando la consapevolezza di essere sacramento di Cristo, luce delle genti (Lumen gentium), mettendosi in religioso ascolto della parola di Dio (Dei Verbum) e riconoscendo come proprie le gioie e le speranze (Gaudium et spes) degli uomini d’oggi. Le grandi Costituzioni conciliari non sono separabili e non è un caso che quest’unica grande riflessione del Concilio Ecumenico – la più alta espressione della sinodalità della Chiesa della cui ricchezza io sono chiamato ad essere, con tutti voi, custode – abbia preso l’avvio dalla Liturgia (Sacrosanctum Concilium).
Da continuare ….
CALENDARIO DELLA VITA PARROCCHIALE
1° aprile Sabato |
Matrice: Ore 17, 30 rosario, S. Messa alla quale seguirà la Via Crucis all’aperto (Dalla Matrice via ex-ospedale alla cappella SS. Salvatore). |
2 - 9 aprile |
VEDI PROGRAMMA SETTIMANA SANTA |
10 - 14 aprile |
Ottava di Pasqua. Matrice: Ore18,00 rosario della Divina Misericordia e S. Messa. |
15 aprile Sabato |
Ottava di Pasqua. Matrice: Ore 18,00 rosario e S. Messa. S. Giovannino: Ore 17, 00, Catechismo S. Cresima. |
16 aprile Domenica |
II Domenica di Pasqua (Domenica della Divina Misericordia) Matrice, ore 8,30 – 11,00 S. Messa. Ore 9, 30, Casa Canonica (Piazza Duomo): catechismo Prima Comunione. Ore 9, 45, S. Giovannino: catechismo I, II e III elementari. |
17 – 21 aprile |
Matrice: Ore 18,00 rosario e S. Messa. |
22 aprile Sabato |
Matrice: Ore 18, 00 rosario e S. Messa. |
23 aprile Domenica |
Matrice: Ore 8,30 – 11,00 S. Messa. Ore 9, 30, Casa Canonica (Piazza Duomo): catechismo Prima Comunione. Ore 9, 45, S. Giovannino: catechismo I, II e III elementari. |
24 – 26 aprile |
Matrice: Ore 18,00 Rosario e S. Messa. |
27 – 29 aprile |
Chiesa S. Nicolò: Triduo a S. Giuseppe – Ore 18, 00 rosario, coroncina e S. Messa. Sabato 29/04 S. Giovannino: Ore 17, 00, Catechismo S. Cresima. |
30 aprile Domenica |
Chiesa S. Nicolò: Ore 8, 30 – 10, 30 S. Messa. Ore 11, 30 circa – processione S. Giuseppe. |
COMUNICAZIONI
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